“Il mio Vietnam” – racconto di viaggio ❤️

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Vietnam ad Oltranza – il viaggio

Era poco più di due anni fa che un gruppo di curiosi viaggiatori tornavano dal Vietnam. Quel paese li aveva sorpresi più che mai e la meraviglia si leggeva nei loro sguardi. Io ero una di loro, felice ed appagata, contenta per aver vissuto una delle esperienze più belle che mi potevano capitare, insieme a loro.

Questo è il regalo di Silvia per tutti noi e ogni volta che me lo leggo è come fare un salto indietro nel tempo tra il verde delle risaie, la semplicità delle persone, i sapori e le nostre risate. Il racconto di un’emozione continua, il Vietnam come lo abbiamo vissuto noi. ❤️

<Il Mio Vietnam>

di Silvia C.

“………………….Prima di partire ho letto, mi sono documentata, ho cercato sul web… insomma volevo essere preparata per affrontare al meglio questo viaggio, Il Vietnam, si è detto e scritto tanto, chiunque di noi associa indelebilmente questo paese alla “guerra del Vietnam” e da lì partono tutta una serie di considerazioni e di immagini che ti costruisci nella tua mente. Poi scopri che la guerra del Vietnam è stata solo l’ultima di tante, questo popolo praticamente è sempre stato in guerra.. Cinesi, Kmer, Francesi, nord e sud… insomma un popolo di valorosi combattenti che sono sempre riusciti a proteggere il loro paese!!

Sinceramente non sapevo cosa aspettarmi, parto con la curiosità di un bambino alla scoperta, come oramai mi succede da quando faccio questo tipo di viaggi!!!

Non è la prima volta in Asia e quindi ho la mia idea del clima e del caldo che troverò, sono preparata…. errato… illusa… possibile che tutte le volte ci caschi Silvia?

Bac ha Market

Xin Chao (Ciao), Hanoi ci accoglie in maniera indimenticabile, sono le 8.00 del mattino.
Appena fuori dall’aeroporto, dopo circa 22 ore di aria condizionata, ti ritrovi letteralmente in apnea, come pesci in un acquario: l’umidità è pazzesca, è come se respirassimo acqua. Lentamente e inesorabilmente, mentre percorriamo la strada che dall’aeroporto ci separa dal centro città, iniziamo a prendere confidenza con le atmosfere della capitale: migliaia di motorini che sciamano lungo le strade, in una sorta di danza perfettamente armonica e incomprensibile.

Traffico in città

 

Lo sguardo vaga ed inevitabilmente si sofferma sulle case strette in facciata, lunghe ed alte…. Sembrano tante scatole di scarpe impilate le une sulle altre.. (dopo aver fatto questo paragone mi rendo conto di quanto radicata sia la mia fissazione per le scarpe… dico io come mi può venire in mente di associare delle case a scatole di scarpe…). In questo angusto spazio il vietnamita commercia, fabbrica, vive, riposa e ospita l’adorato motorino di notte.

Trovarsi nel centro del caos di Hanoi e non capire più nulla, tra odori e rumori. Donne che cucinano per strada in improvvisati angoli con pentole e mestoli, uomini che fumano con occhi socchiusi, negozi aperti e merce accatastata alla rinfusa.

E il pranzo? Si mangia sui marciapiedi sui piccoli sgabelli di plastica colorata e tavolinetti piccoli piccoli che sembrano quelli dei bimbi all’asilo.

Pho, il piatto tradizionale vietnamita

Dobbiamo attraversare la strada, eccoci in questa esperienza che ha il sapore del terrore misto a sbigottimento e sollievo per essere riusciti ad arrivare dalla parte opposta incolumi, sciami di persone e motorini che si muovono in un traffico irrimediabilmente caotico e rumoroso, perdendosi lentamente, non ti fermare, passi piccoli ma continui, i motorini che ti sfrecciano a pochi cm, macchine che suonano e ti schivano, pure le biciclette devi evitare… sembra impossibile e surreale ma siiii, missione compiuta, ora siamo veramente battezzati da Hanoi e pronti per iniziare ufficialmente il viaggio!!!

I primi incontri con gli abitanti locali, i sorrisi e la voglia di comunicare è la cosa che mi colpisce in assoluto più di tutto. “concedere se stessi”, o anche “aprire i propri occhi”, per venire investiti da una miriade di emozioni nuove ed esaltanti, la cui intensità mi accompagnerà poi per il resto del viaggio.

Il gruppo si riunisce tutto, ora siamo al completo, armonia, risate, condivisione eccoci, l’avventura inizia come si deve. La prima cena, nonostante le temperature torride, una scodella di pho fumante (la mitica zuppa in brodo di carne, aromatizzato con erbe e spezie, tagliolini di riso … a tutte le ore del giorno, si ebbene si, anche a colazione!!!! ) nel miglior posto di Hanoi…. hem … forse è meglio definirlo caratteristico, vero, spartano, autentico, non turistico, contravvenendo a tutte le più elementari regole di igiene occidentale… insomma il cortiletto ammuffito, sporco di una delle tipiche abitazioni, pentole incrostate su un improbabile focolare e gli occhi un po’ stupiti della signora che spignatta, vedendoci entrare tutti quanti… come a dire “ma questi sanno cosa stanno facendo?”

E via di Bia Hoi, la tanto declamata birra vietnamita, sarà il tormentone dei nostri 15 giorni di viaggio insieme al vino di riso e one two three Jooo!!!

Il caldo è opprimente, inesorabile, ed inevitabile, dove anche il ripararsi all’ombra altro non è che un espediente assai inutile.

Piacevole sorpresa: il caffè… intenso, profumatissimo, avvolgente… ho scoperto che anche il Vietnam ha una sua tradizione e che non è da meno di quella italiana. Va preparato e gustato lentamente, molto lentamente ed esprime alla perfezione la filosofia vietnamita secondo la quale per gustare il caffè serve un ambiente confortevole, una buona conversazione e soprattutto tempo, perché la tazzina si riempia goccia dopo goccia.

Il Nord e le sue montagne, dove il silenzio circonda qualsiasi cosa, abbraccia uomini e donne, annulla qualsiasi contatto con il mondo che hai lasciato; ci scorre sotto gli occhi un paesaggio spettacolare di montagne ricoperte di foresta pluviale intervallata da terrazze geometricamente organizzate in risaie… formano disegni meravigliosi sulle pendici come se fossero state fatte con uno specifico criterio estetico.

Mi ritrovo la vista piena e appagata, ma allo stesso tempo avida di vedere ancora, di assaporare, scoprire e metabolizzare tutto questo spettacolo che mi circonda. Foto, foto in continuazione, locali intenti nelle loro attività quotidiane, chi ti guarda curioso e ti regala meravigliosi sorrisi, chi si ritrae e si copre, colori sgargianti degli abiti tipici portati con una dignità estrema, occhi profondi, volti segnati dal tempo e dalla fatica che si raccontano come se fossero una mappa topografica !!! Fuori dal finestrino ci si può fissare ad osservare panorami, valli e particolari fino a perdita d’occhio.

Assenza di turismo di massa e apprezzi appieno nella sua vera essenza questo splendido paese.
Hello, hello, hello!!!!!! le grida gioiose dei bambini e le loro manine che si agitano in un saluto, quando passiamo per i villaggi, spaccati di vita reale e autentica.

Sapa contraddittoria, assomiglia un po’ ai nostri paesi di montagna, con la strada principale, gli hotel, ristoranti, la piazza dove c’è perfino la Chiesa, turisti, trekking, negozi di articoli sportivi di marca… falsi…, poi compaiono con tutta naturalezza, come fuori dal tempo, le donne delle etnie Dao e H’mong nei loro abiti originali, colorati e improbabili copricapo, cuciono, vendono per strada i loro prodotti.

Trekking tra le risaie, lungo il sentiero gli incontri si susseguono…. Le donne ti marcano stretto per riuscire a venderti le loro mercanzie, alcune sfacciate, altre timide e riservate, bambini che giocano con un copertone di bicicletta, bambine-donne, avranno avuto sì e no 5 anni, sulla schiena in un fagotto colorato, portavano il loro fratellino di pochi mesi… il paesaggio è splendido, ma quel che ancora più resta è il sorriso della gente: incondizionato, sereno, avvolgente.

Homestay, dormire sulle stuoie per terra, vestiti che sanno di affumicato perché il fuoco per cucinare si accende dentro “casa” e il fumo sale inesorabilmente al piano delle camere, il racconto dello sciamano e i galli da sacrificare… caro è costato un bicchiere di troppo di vino di riso al nostro autista, risate collettive, la luna alta in cielo.. scarpe appese…. Sonno, sbadigli, stanchezza, la soddisfazione di aver passato un’altra giornata piena ed intensa, il verde immenso delle terrazze di riso che non ti abbandona. Via in moto con i driver per scoprire le cascate e l’Heaven Gate sulla cima più alta del Vietnam… gocce di pioggia benevola altro che stagione delle piogge, il sole ci ha accompagnato ininterrottamente.

Il mercato coloratissimo di Bac Ha, vero autentico, alle sei e mezzo di mattina… un brulichio di persone indaffarate chi a comperare che a vendere, suoni, odori, profumi, è un caleidoscopio rutilante di tutto quello che l’immaginazione può creare, siamo i soli turisti, non c’è nulla di “drogato ad hoc” per i visitatori occidentali, è il loro mercato… compreso la cruenta zona dove macellano in diretta gli animali…. credo proprio di aver avuto il privilegio di vedere il vero Vietnam!!!

Oltre alla bellezza dei luoghi devo ammettere che sono rimasta affascinata dalle persone. I Vietnamiti sono di una gentilezza quasi imbarazzante, ma sono anche tostissimi, la maggior parte di loro conduce una vita veramente dura, anche al giorno d’oggi, senza dimenticare tutto quello che hanno subito in passato.

Treno notturno, via veloci passando di nuovo per Hanoi,autobus, barca, la Baia ci aspetta.

“Dove il drago scende in mare” l’acqua è color verde avocado,magia e mistero ci avvolgono nella foschia del mattino, è difficile descrivere a parole la suggestione, le alte formazioni rocciose che emergono sparse nella baia sembrano distribuite in maniera studiata, quasi a formare un ambiente zen; la perfezione delle forme disposte in una specie di gioco a nascondino rende questo posto magnetico, quasi innaturale.



Di nuovo Hanoi, a ranghi ridotti, alcuni proseguono il viaggio… noi no purtroppo.
E come ogni fine, guardo lo zaino pronto, stipato all’inverosimile di quello che è partito con me, delle cose nuove e di tutto quel bagaglio immateriale che riporto con gelosia e soddisfazione a casa.

Ciao Vietnam

Grazie a tutti voi per aver fatto parte di tutto ciò!!!!!”

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