Patagonia on the road – Ruta 3, Patagonia Argentina
Patagonia On the Road – La Ruta 3 Atlantica
Quando sentiamo parlare di Patagonia sogniamo gli spazi immensi, la steppa, il cielo infinito e forse anche un viaggio on the road. Eh sì, perché la Patagonia non è solo montagna, laghi, ghiacciai e trekking ma anche strade infinite, paesaggi mozzafiato e luoghi remoti che si possono raggiungere solamente con un mezzo proprio.
A chi non conosce per niente questa zona cosi lontana da tutto, ricordo che la Patagonia è il nome attribuito da Magellano alla punta sud del continente Sudamericano, più o meno dal parellelo 38 in giù. Parliamo di una superficie di 900.000km2 (!!!) ed è per questo motivo che per visitarla per benino ci vogliono mesi interi. Ecco perché se non si hanno a disposizione tutti questi mesi, bisognerebbe studiare e organizzare la visita con largo anticipo.
Patagonia argentina e Patagonia cilena
Una cosa che non va assolutamente dimenticata è che la Patagonia si estende su territorio argentino e cileno, quindi chi pensa sia una zona dell’Argentina si sbaglia in pieno. A seguire vi spiegherò anche perché a mio avviso la parte cilena offre molto di più dal punto di vista naturalistico.
Iniziamo con la parte più estesa e più conosciuta, quella argentina.
Ad eccezione della zona attraversata dalle Ande, questa parte è pressoché coperta da una grande estensione pianeggiante che dai pendii delle Ande Patagoniche degrada verso l’oceano Atlantico e caratterizza la famosa steppa patagonica; un territorio semidesertico dove la pioggia scarseggia, il clima è caldo e secco durante quasi tutto l’anno e i profili arditi che si sognano mentre si pensa alla Patagonia sono semplicemente un miraggio.
Nonostante il viaggio in questa fascia di Patagonia possa sembrare assai poco interessante per chi va direttamente alla ricerca delle sensazioni forti, è consigliato affrontare questo percorso via terra, magari noleggiando un mezzo che si può condividere con la propria famiglia o un gruppo di ¾ amici. A vantaggio di questa opzione giocano principalmente tre fattori:
- Libertà di movimento e di tempistiche
- Assenza di costi legati ai pedaggi stradali
- Basso costo del carburante che generalmente si aggira attorno ai 0,70/0,80 €/litro
Dall’altro lato tuttavia aspettativi di trovarvi di fronte a distanze enormi, quindi chilometri da macinare durante l’arco delle vostre giornate, sebbene parte dell’essenza della Patagonia è anche questa; quella sensazione di infinito, di “desolazione”, di abbandono, di lontananza da tutto e da tutti.Dando un’occhiata all’Atlante, noterete come la scarsa rete stradale del Cono Sur si estende principalmente lungo l’asse nord-sud ed è composta da tre arterie principali:
- Ruta 3 (Argentina)
- Ruta 40 (Argentina)
- Ruta 7 o Carretera Austral (Cile)
Ognuno di questi percorsi ha caratteristiche paesaggistiche e di complessità logistica completamenti differenti. Oggi, in questa prima parte di quest’articolo ci concentreremo sulla Ruta 3, nota anche come la Ruta Atlantica, dato che per più di 2500km corre parallela all’omonimo oceano.
La Ruta 3 lungo i suoi 3000km e passa, collega la capitale argentina, Buenos Aires, con la città più australe al mondo, Ushuaia, dove finisce appunto all’interno del parco nazionale Tierra del Fuego nel denominato settore di Bahìa Lapataia. E’ completamente asfaltata quindi anche chi non ha dimestichezza con il ripio (lo sterrato o il ghiaino) non avrà problemi a guidare su questo tramo stradale; la presenza di cittadine abbastanza popolate lungo la costa atlantica rende anche la logistica molto più semplice rispetto alle altre due arterie sopra menzionate, con possibilità di alloggio e soprattutto di rifornimento per il combustibile. Regola d’oro valida in tutta la Patagonia: appena trovate un’area di servizio fate il pieno!!! Non si sa mai che la successiva, che può distare anche centinaia di chilometri, sia a secco, chiusa per sciopero o semplicemente abbandonata da anni nonostante appaia nella vostra cartina stradale.
Penisola Valdes e avvistamento balene
Il viaggio in Patagonia lungo questo tratto stradale inizia sicuramente nei pressi di Puerto Madryn, innanzitutto perché è facile raggiungere questa località con un volo interno da Buenos Aires, e secondo perché qui si trova una della più belle aree faunistiche della Patagonia Argentina: la Riserva Naturale della Penisola di Valdes.
La Penisola di Valdes è una delle poche strisce di terra che rompe la monotonia della costa atlantica patagonica, è caratterizzata dalla classica vegetazione della steppa patagonica, la pampa, dominata da arbusti bassi a spinosi (calafate, etc..) e dalle graminacee (festuca o coiron) di colore giallastro. Vale la pena completare il giro sia in senso orario che antiorario della penisola. Occhio che qui le strade non sono asfaltate, ci sono da rispettare i limiti di 40km/h e soprattutto è sfortunatamente vietato sostare e scendere dal mezzo per fotografare la tanto apprezzata fauna locale, ma non preoccupatevi, ne avrete l’occasione più avanti.
L’attività che più vale la pena qui a Valdes è la navigazione nel golfo Nuevo per l’avvistamento della Balena Franca Australe; si parte da Puerto Piramides per navigare tra le 2/3 ore in una zona di mare relativamente protetta e con l’alta probabilità nei mesi che vanno da ottobre a marzo di osservare questi giganteschi cetacei che viaggiano fin qui per dare alla luce i piccoli e allattarli durante i primi 4/5 mesi di gestazione. Un’emozione unica!
Trelew e il viaggio verso la fine del mondo
Imboccata quindi la ruta 3 verso Sud potete far tappa a Trelew per chi è interessato ad un’estensiva mostra dei dinosauri della Patagonia, visibili all’interno del MEF (Museo Egidio Feruglio), altrimenti a circa 130km da Trelew e deviando lungo la provinciale 75 vi imbatterete nella Reserva Provincial Punta Tombo in cui potete osservare durante la loro epoca riproduttiva (anche in questo caso da ottobre a marzo) migliaia di pinguini di Magellano intenti a cercare il loro nido, deporre le uova, alimentarsi in mare aperto e alimentare i piccoli a seconda del periodo dell’anno che la visiterete. Qui sarà interessante anche poter trovare una delle specie di camelido andino più famoso, il guanaco, che in piccoli branchi o in maniera solitaria pattugliano la spiaggia e le dune circostanti. La riserva di Punta Tombo data la sua vicinanza a Puerto Madryn è particolarmente visitata dai turisti durante l’alta stagione, di conseguenza visto che voi avrete la possibilità di spingervi più a sud e di viaggiare in autonomia, vi consiglio vivamente di continuare il vostro itinerario fino al centro abitato di Camarones, così da poter visitare in completa solitudine la pinguinera di Cabo dos Bahias. Camarones è oltretutto un classico paesino della patagonia Argentina della costa nel quale potrete fare qualche incontro interessante con i locali, trovare un alloggio semplice ma confortevole e sentirvi di nuovo un po’ “fuori dal mondo”. Camarones si raggiunge lasciando la nazionale RN3 e deviando lungo l’asfaltata provinciale RP30 per circa 70km.
Continuando la nostra cavalcata verso la Terra del Fuoco passeremo una zona ricca dal punto di vista commerciale, ma poco interessante per chi viaggia alla ricerca di meraviglie naturali; la città di Comodoro Rivadavia e Caleta Olivia sono totalmente da evitare, dato che sono tra i maggiori centri di estrazione e raffinazione del petrolio greggio della Patagonia argentina. Ecco, magari ci fermiamo a mangiare qualcosa e a fare il pieno, quello sì!!! Poi però a circa un’ora di strada da Caleta Olivia raggiungiamo l’abitato di Jaramillo e qui vale la pena prendere una decisione importante. Deviare lungo la RP281 e percorrere i 125km asfaltati fino a raggiungere nuovamente l’oceano e il paese di Puerto Deseado. Passate una notte qui ed il giorno dopo dedicatelo alla visita con imbarcazione del Parque Marino Isla Pingüino con l’occasione unica di trovarvi a tu per tu con i pinguini dal ciuffo dorato e la possibilità di navigare lungo l’estuario del rio Deseado incontrando delfini australi, toninas, cormorani zamperosse e tutta una serie di avifauna che raramente si osserva in altre zone della costa patagonica. E’ un’altra deviazione lunga questa, ma ne vale totalmente la pena e oltretutto potete poi passare la notte in paese ed ammirarvi un bel tramonto sul mare.
Rientrati in carreggiata lungo la nostra ruta atlantica, c’è ancora un bel po’ di strada da percorrere prima di raggiungere il confine Cile Argentina ed attraversare lo stretto di Magellano per entrare nella Tierra del Fuego, di conseguenza sarà meglio spezzare il viaggio in due tratte. Se partite da Puerto Deseado vi consiglio di far tappa al paese di Comandante Luis Piedrabuena, situato a pochi chilometri da Puerto Santa Cruz, ma soprattutto nelle vicinanze di un’altra area protetta recentemente creatasi nella zona, il Parco Nazionale Monte Leon.
Monte Leon è una striscia di terra di circa 70000 ettari, racchiusa tra la ruta 3 e l’Atlantico, e tra Puerto Santa Cruz e Puerto Coig; in essa si protegge una delle poche aree costiere naturali della costa Argentina. Anticamente qui si allevavano bovini ed ovini, tuttavia ad inizio del 2000 la ONG Conservación Patagoníca (amministrata dall’ex proprietario di North Face, Doug Tompkins e dalla moglie Kristine) acquista l’estancia con l’idea di trasformarla in un’area protetta. Vengono sistemati i percorsi stradali interni (tutti sterrati), tolte le staccionate ed i recinti per permettere alla fauna selvatica di muoversi in libertà, sistemata l’area centrale della fattoria ora convertita a centro visite del parco ed infine nel 2004 viene fatta la donazione allo stato e creato l’attuale parco nazionale.
L’accesso all’area protetta è gratuito e si trova a 35 km al sud di Piedrabuena e a 200km a nord di Rio Gallegos dove vi consiglio di passare la notte prima di compiere l’ultimo tratto stradale verso Ushuaia. Svoltando a sinistra si raggiunge dapprima l’edificio principale dell’estancia dove è possibile visitare l’antico galpón de esquila (magazzino per la tosatura degli ovini) ed il centro visitanti, nonché proseguire lungo la sterrata provinciale RP63 fino a raggiungere la costa. Si ha una sensazione di libertà, le immense formazioni di arenaria ocra-grigiastra, lo sciabordio delle onde, la brezza atlantica che ti secca la pelle, la fauna che girovaga libera e probabilmente voi soli a godervi il paesaggio.
A differenze della Penisola di Valdes questa è una zona ancora poco conosciuta, potrete far soste fotografiche lungo il percorso e ci sono un paio di bei sentieri panoramici da percorrere a piacimento passando vicino a colonie di pinguini di Magellano, otarie orsine, leoni marini sudamericani e branchi di guanaco che vi scruteranno con lo sguardo perplesso chiedendosi cosa ci facciano degli umani in questa zona!
Notte a Rio Gallegos, dove c’è poco da vedere o da provare, ma semplicemente un luogo per passare la notte e ricaricare il serbatoio prima di partire per l’ultima tappa: la Terra del Fuoco.
Tierra del Fuego è l’isola più grande del continente sudamericano ed è divisa a metà dalla frontiera cileno-argentina, ecco perché per poter raggiungere Ushuaia alla fine del mondo da Rio Gallegos, dovrete giocoforza entrare in Cile (quando prendete la macchina a noleggio fate presente questa cosa giacché vi servirà un’assicurazione temporanea per entrare in Cile). Dopo circa un’ora raggiungere la frontiera a Monte Aymond, sbrigate le pratiche doganali entrerete in Cile; altri tre quarti d’ora di strada asfaltata fino a raggiungere il faro di Punta Delgada dove attraverserete lo stretto di Magellano in corrispondenza della Primera Angostura. Mentre aspettate il vostro turno per il ferry potrete rifocillarvi in un piccolo ristorantino locale, caricate il veicolo a bordo (si paga in pesos argentini o cileni, per mezzo e non a persona una volta nel ferry e prima di scendere) e in circa 40 minuti vi troverete dall’altro lato dello stretto.
Benvenuti nella Terra del Fuoco!
Nell’isola la strada fino ad Ushuaia (450 km) è quasi tutta asfaltata, ad eccezione di un piccolo tratto di circa 10 km a cavallo tra le due frontiere a San Sebastián. Dopo circa due ore arriverete alla frontiera cilena, sbrigate nuovamente le pratiche entrerete nella Patagonia argentina e dopo altri 80km raggiungerete Rio Grande, un centro industriale per la pesca e l’estrazione del gas naturale situato sulla costa atlantica. E’ un cittadina abbastanza triste e grigia dove non vi consiglio di fermarmi assolutamente, fate ancora uno sforzo e proseguite per altri 210 km lungo la ruta atlantica, attraversate le Ande Fueghine al passo Garibaldi ed eccovi qui alla fine del mondo.
Il paesaggio cambia drasticamente e dopo una settimana intera di steppa e deserto costiero vi troverete immersi da una lussureggiante foreste di faggi australi sempreverdi e finalmente raggiungerete le città di Ushuaia, la più australe al mondo, adagiata sulle fredde acque del canale di Beagle e circondata da bellissime montagne innevate per la maggior parte dell’anno.
Ora potrete staccare il piede dall’acceleratore, dedicare una mezza giornata alla visita del parco nazionale Tierra del Fuego che vi regalerà un ecosistema contrastante rispetto a quello della costa atlantica, dedicare il pomeriggio ad una bella camminata salendo il versante meridionale del Cerro Martial da cui si gode di una bellissima panoramica della città e delle acque circostanti.
Chi ha ancora voglia di mare e di navigare, nel canale di Beagle c’è la possibilità di effettuare un’escursione di mezza giornata fino al fare Les Eclaireurs e ritorno, oppure di navigare parte del Beagle fino a raggiungere la storica estancia Harberton con la possibilità di osservare una nuova colonia di pinguini di Magellano e non solo, sull’isola Martillo infatti troverete anche i pinguini Papua e con un po’ di fortuna qualche pinguino reale.
Il viaggio volge al termine e da Ushuaia con un volo di poco più di quattro ore si raggiunge Buenos Aires, però per chi è ancora assetato di un viaggio in Patagonia c’è anche la possibilità di volare durante la primavere a l’estate australe verso la cittadina di El Calafate, continuando il viaggio on the road lungo la Ruta 40 e visitare il ghiacciaio Perito Moreno o far trekking attorno al massiccio del FitzRoy… ma di questo ve ne parlerò nel prossimo articolo!!!
Puerto Madryn – Ushuaia con deviazioni citate nel testo sono circa 2200km dei quali il 90% è asfaltata ed il rimanente sterrato (ripio) si può affrontare anche con un veicolo basso tipo berlina. Il percorso è fattibile in 7 giorni, escludendo le attività che vorrete realizzare ad Ushuaia e la prima giornata in cui arriverete a Puerto Madryn con il volo da Buenos Aires.
Riassumendo:
Penisola di Valdes
P.to Madryn – Camarones
Camarones – Puerto Deseado
Puerto Deseado escursione
Puerto Deseado – Comandate Piedrabuena
PN Monte Leon – Rio Gallegos
Rio Gallegos – Tierra del Fuego – Ushuaia
Con mezzi pubblici è possibile percorrere la Ruta Atlantica però praticamente si evitano tutte le deviazioni e si uniscono solo le città principali (P.to Madryn – Trelew – Comodoro Rivadavia – Caleta Olivia – Rio Gallegos – Rio Grande – Ushuaia) perdendo quindi un po’ il senso del road trip e completando semplicemente un percorso in bus lungo la strada.
Se siete arrivati fin qui vi ricordo che l’itinerario sopra menzionato vi farà scoprire una Patagonia poco battuta e vi porterà in giro per alcuni luoghi che difficilmente rientrano tra le priorità di chi si avventura in questo angolo remoto della Terra.
E allora non posso che augurarvi buon viaggio alla fine del mondo!
In questi momenti, viene ancora più voglia di viaggiare. Che tristezza, ma ripartiremo alla grande!
assolutamente si! Intanto lavoriamo sull’ispirazione, arriverà anche il momento per ripartire!
[…] ti senti sicuro, fai l’autostop: Anche se non è comune nel nord del paese, se sei in Patagonia potrai vedere molti locali (e anche molti turisti) fare l’autostop. Il perché è semplice: […]